Traduzione personale de “L’albatro” di Baudelaire

Ho trovato spesso traduzioni di questa poesia affrettate, poco curate o semplicemente non di mio gusto. Riprendendo in mano il polveroso dizionario di francese ho preso il testo originale e scritto questa traduzione nella quale ho tentato di conciliare la fedeltà al testo originale con le sensazioni che esso trasmette.

L’Albatro

Spesso, per divertirsi, gli uomini dell’equipaggio
Ghermiscono degli albatri, imponenti uccelli dei mari,
I quali seguono, indolenti compagni di viaggio,
Le navi che scivolano sulla superficie delle profonditá marine.

Non li hanno ancora adagiati sulle assi,
Che giá questi re dell’azzurro, maldestri e schivi,
Trascinano pietosamente le loro grandi ali bianche
Come remi vicino all’acqua.

Com’è sinistro e vile questo viaggiatore alato!
Com’è ridicolo e sgraziato, lui prima cosí bello!
Uno tormenta il suo becco con una pipa,
L’altro mima, zoppicando, l’infermo che volava!

Il poeta è simile al principe delle nubi
Che abita le tempeste e si prende gioco dell’arciere;
Esule sulla terra circondato dagli scherni,
Le sue ali da gigante gli impediscono di avanzare.