Il governo infinito

Quanto durerà il governo Letta ? È una domanda che non ha motivo di essere posta. Il governissimo, come spesso è stato chiamato, è una quadratura del cerchio istituzionale per tutti i partiti e per tutti i politicanti (perchè definirli politici mi sembra francamente eccessivo). Questo governo è come quei puzzle a forma di mappamondo, quelli per intenderci dove fai una fatica immensa a mettere l’ultimo tassello; se ti azzardi a togliere un pezzo crolla tutto. Le “larghe intese” sono un’oasi per tutti.
Il PDL ci sguazza beato e può occuparsi tranquillamente dei problemi giudiziari di Berlusconi & CO. ed attaccare la magistratura senza paura di essere redarguito dall’opposizione inesistente o da un presidente della Repubblica accondiscendente. Il PD poi non può assolutamente rinunciare a questo governo; in fin dei conti il premier appartiene a quel partito e la metà dei ministri sono di centrosinistra. Un’eventuale caduta del governo manderebbe la disastrata compagnia di exPCI ed exDC alle elezioni con la forte paura di arrivare a malapena al 20%. Entrambi i partiti di governo potranno poi atteggiarsi a “padri costituenti” una volta svuotata la Costituzione con apposita riforma.
Sembrerà paradossale ma l’inciucio fa comodo persino al M5S. Infatti il movimento del garante Beppe Grillo può mostrare un’agguerrita quanto inutile opposizione molto utile in caso di probabile fallimento programmatico del governo. Nelle prossime elezioni infatti il M5S potrà sfoggiare un inestimabile “Te l’avevo detto” e guadagnare ulteriori punti percentuali sul fronte del consenso.
Il presidente della Repubblica si diletta intanto tra moniti e avvisi scardinando quella “brutta e cattiva” Repubblica parlamentare così “divisiva”  e quella stampa così di regime da risultare eccessiva nella sua complicità con il potere. Neanche a lui farebbe piacere perdere tutta questa influenza anche se stanco e ormai molto in là con gli anni. L’incredibile influsso benefico del governissimo arriva a coprire persino chi non è in parlamento; questa situazione è perfetta pure per Renzi. Don Matteo infatti può tranquillamente scrivere le sue poesie “l’Italia che vorrei” evidenziandosi come santone ideologico ma poco pratico. I suoi piani su come vorrebbe l’Italia tra 20 anni non comprendono l’Italia dei prossimi 5 e non ha la benchè minima intenzione di associare il suo nome lindo a questa fangosa situazione economica. Se il governo cadesse dovrebbe scegliere tra “nascondere la mano” che sta lanciando sassate su Letta o metterci la faccia.
Un termine in teoria secondo la Costituzione esiste e sono i 5 anni di legislatura, ma cosa volete che ci dicano ?
“Si sta così bene qui che quasi quasi faremo un’eccezione”.

Giacomo Notaro