La caduta degli dei

Forse li avete sentiti anche voi. Latrati, lamenti, insulti, guaiti e quell’odioso ultimo trascinarsi delle ruvide lingue sulla flaccida pelle di un anziano leader. È la caduta degli dei. Le urla, i brividi, le unghie che raschiano le pareti del baratro. Il tonfo. È lo scenario dantesco della fine di un ventennio di inferno.
Tirapiedi che scappano. Falchi e colombe che volano, i primi tentano l’ultimo disperato assalto mentre le seconde pigolano impaurite.
È il paradiso perduto e l’atteso “satan’s speech” è arrivato puntuale.
“Better to reign in hell than serve in heaven”, direbbe Milton, “sono innocente”, grida B.
Più che il paradiso perduto si potrebbe parlare di dignità smarrita; la dignità che distingue lo statista dal politicante, la dignità che separa l’uomo dal sopravvivente. Il branco di parassiti descritti da Plauto nelle sue commedie si vergognerebbero della dirigenza attuale del paese. Darwin dovrebbe rivedere una parte della teoria dell’evoluzione o meglio dovrebbe distinguere l’evoluzione delle capacità di sopravvivenza da quella culturale ed etica. L’umanità si è sempre evoluta ma le spinte evolutive preponderanti sono state quelle di sopravvivenza a discapito di quelle culturali. Si sviluppa in pratica ciò che crea profitto e guadagno ma si tralascia molto spesso la nostra “humanitas” intesa in senso Umanista e Rinascimentale.
La caduta degli dei rappresenta il risveglio dalla caduta del pensiero umano, dei valori e della libertà intellettuale. Rappresenta senza dubbio il risveglio dalla caduta della tradizione politica italiana che dai giuristi romani è passata ai massimi esperti di truffe del mondo. Tanto da rappresentare la più elevata scuola d’avanguardia in questo campo. Grazie al sostegno dell’opinione pubblica si sono potuti incrostare i meccanismi burocratici del bel paese, inserendo in ogni ingranaggio scappatoie e trucchetti per immobilizzare e depredare ogni singolo cittadino.
Il paese che ha inventato il diritto e la magistratura ripudia entrambi in cambio del rimborso dell’imu o di un gettone di presenza ad una falsa manifestazione.
Non abbiamo una posizione critica dal punto di vista politico tale da renderci conto della catastrofe imminente, il popolo concreto è diventato avido. L’orgoglio ferito di una popolazione non in grado di riconoscere l’errore di aver lasciato al potere una mente rubata (neanche troppo) alla mafia per vent’anni ci trascinerà sul fondo del baratro dantesco.

Giacomo Notaro