Incostituzionalmente italiani

“Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”.
Caro Massimo d’Azeglio,
Non credo funzioni così. Ci ho sperato tanto sa, ho provato a convincermi che l’Italia potesse migliorare, potesse essere un “paese normale”. Noi non siamo un paese normale. Guardi già, signor d’Azeglio, la forma particolare che ha questa minuscola penisola, conosciuta in tutto il mondo. Uno stivale che potrebbe andare lontano e invece sta fermo per non consumarsi le suole. Non avremmo l’umiltà per andare dal calzolaio a farci riparare, malconci per aver lavorato per il bene comune, finalmente camminando tutti nella stessa direzione.
Si dice, qui da noi, che non è bene mettere un piede in due scarpe, beh signore noi in una scarpa ce ne mettiamo circa 120 milioni, e non si sta comodi. C’è chi vuole cambiare tutto perché non cambi nulla e chi non cambia nulla perché sembri che tutto sia cambiato. Tutti qui, in questa grande calzatura, hanno un prezzo, anche se ultimamente è tempo di saldi. Le aziende chiudono, le menti scappano, rimarremo solo io e Lei, signor d’Azeglio. Io perché mi ostino a credere in un possibile futuro e Lei…beh Lei non può più andarsene.
Credevo fossero i politici i veri colpevoli ma ogni paese ha il governo che si merita, anzi ogni paese ha il governo che lo rappresenta. È inutile giustificare il povero popolo italiano. Non è la vittima, è il mandante. I politici sono solo i carnefici. Ogni corporazione medievale ha ancora la propria rappresentanza in parlamento, come possiamo pretendere di avanzare anche solo di un passo? Noi ci rotoliamo in questa fanghiglia putrida così fieri del nostro Porcellum incostituzionale. Non sono solo le istituzioni ad essere incostituzionali, lo sono anche gli italiani. L’italia è costituzionale ma purtroppo è uno specchio poco fedele dei cittadini.
Sento spesso parlare di necessità di un “cambiamento culturale”, ma è un ossimoro! La cultura non cambia, è l’istinto più profondo di ogni uomo, se dobbiamo cambiare la cultura allora dobbiamo cambiare gli italiani; tanto vale impiantare una sessantina di milioni di inglesi e svedesi, ovviamente poi il paese sarebbe in regola ma non si chiamerebbe “Italia”.
Con questo sfogo, signor d’Azeglio, non intendo sostenere un cambiamento costituzionale ma solamente costatare l’ipocrisia di un popolo deriso ed in declino che non ha neanche la dignità di assumersi le proprie responsabilità.
Gli italiani sono questi, l’Italia si adatti.

Giacomo Notaro