La memoria terribilmente corta

Se ti dimentichi dove hai messo le chiavi non fa nulla, se ti dimentichi il passato della tua nazione rischi di ripeterlo. Se non vuoi ricordare un evento, in qualche modo, lo tieni ben presente di fronte a te, ma se la dimenticanza non è volontaria cadi nell’ignoranza e in certi casi non esiste niente di peggio. Scordarsi ad esempio che la violenza porta ad altra violenza è un errore imperdonabile. Dimenticarsi che durante una crisi economica gli stati prendono una deriva nazionalista e protezionista è una ferita nel cuore della democrazia. Ignorare che le derive nazionaliste sfociano nella violenza, nelle dittature e nella repressione dei diritti è un crimine contro l’umanità.
“Il nazismo è storia passata, oggi non potrebbe mai ripetersi perché ci siamo già passati”, questa è una citazione presa dal film “L’onda” nel quale veniva ripreso un esperimento reale di un professore, che dimostrò come basti una graduale assimilazione ad un organizzazione sovra-individuale e la sensazione di essere accettati a trasformare un gruppo di studenti in violenti esponenti di un’associazione totalitaria. Tutto può ripetersi se non si conosce la storia, dopo la crisi del 2008 si sono innescati dei meccanismi praticamente identici a quelli che hanno portato l’ascesa dei fascismi dopo la crisi del 1929. L’escalation di violente rivolte e la crisi Ucraina sono gli epifenomeni del clima di tensione che attraversa l’europa. Non è un caso che le destre nazionaliste e neofasciste siano al 20% in molti paesi dell’Unione Europea.
In tempo di crisi economica si abbandona l’ipocrita buonismo nei confronti delle altre nazioni e si tenta di perseguire il proprio interesse per sopravvivere, è la legge della giungla. Il problema è che la legge della giungla ci ha portato già una volta sull’orlo del baratro e giù in caduta libera verso milioni di vittime, oggi tutte le superpotenze hanno un arsenale nucleare, non possiamo permetterci un conflitto non come nazione, non come Unione Europea ma come specie umana.
Bisogna contenere le spinte individualistiche dei vari stati e garantire l’unità europea a partire dall’aspetto economico, ecco perché è fondamentale mantenere l’Euro, pur con tutti i fantomatici problemi che ciò potrebbe comportare. Un ritorno alle monete nazionali non solo non risolverebbe la crisi ma aumenterebbe la concorrenza tra nazioni di affamati e disoccupati, tesi e portati alla violenza, basterebbe un soffio perché divampi l’incendio. Vi prego siate pompieri non incendiari, ricordate il passato per salvare il futuro.

Giacomo Notaro